Emerge dalla pesante coltre dell’inverno come una scintilla di luce. Curiosamente mi scruta, affatto timida. Mi segue da tempo, consapevole che alla prima mia distrazione, potrá furtivamente consumare qualcosa. La fame la spinge ad avvicinarsi ed io mi sento in pace con la natura stessa di cui entrambi siamo parte. La sua fierezza e la sua eleganza affermano tutta l’energia vitale di una stagione che sembra aver congelato anche le sequenze della vita, mentre invece tutto brulica anche nel silenzio. Così, l’incedere dei miei passi coincide con i suoi; lentamente affonda fino a toccare la terra, con quella leggerezza dell’essere… del suo essere volpe e del mio essere uomo.