Protagonisti incontrastati; gli alberi come la vita, si piegano al cospetto di madre natura, che con la copiositá della neve, ricorda agli uomini la sua potenza. Siamo nel cuore dell’inverno, il fiume gelato rallenta il suo percorso, mentre i rami degli alberi si chinano alla maestá della montagna. Il paesaggio abruzzese si veste di sogni. L’incanto e il candore degli elementi raggiungono l’animo dell’uomo, che diviene un estraneo osservatore.
Difficile da raccontare e ancora di più ricercare le radici di un progetto iniziato nel silenzio di una copiosa nevicata. Così, mentre si celavano uno ad uno gli elementi di un paesaggio inesplorato, il mio animo si dischiudeva, spinto dal desiderio di disvelare lentamente le immagini segrete di un territorio che sembrava chiamarmi. Quella voce a cui non sapevo dare un’ identitá, era la voce della montagna e forse della vita stessa che come un albero reclama attenzione. L’arrivo dell’inverno 2013 ha costituito l’incipit della storia. Le mie solitarie passeggiate tra i boschi, hanno dato corpo ad ogni immagine. Alle pendici dei monti che arricchiscono il Parco Nazionale d’Abruzzo, tutte le specie animali che albergano nelle valli, sulle vette; le specie vegetali, mutevoli alle prime luci dell’alba o al chiarore della luce, tinte di blu, tutte insieme hanno scritto il libro della vita ed io ho attraversato i sentieri del passato, della mia lontana infanzia, del silenzio dei monti della Carnia simbolo della maestosità della Natura. Osservavo il mistero nella quiete apparente di una terra magica, accanto ad un gruppo di salici coperti da una coltre di neve, accanto al torrente rallentato dal freddo invernale. Il mistero avvolgeva la mia anima, consapevole di non essere sola.
Gli sguardi nascosti di un cervo, che spinto dalla fame era sceso a valle, mi davano l’insolita sensazione di essere osservato. Tuttavia non compresi fino in fondo cosa stesse capitando. Il gorgoglio dell’acqua, il suo ritmo leggero che fa contrasto con la frenesia della vita quotidiana richiama la semplicitá degli elementi primordiali, dell’arché, dell’origine della vita che percorre i sentieri non sempre lineari dell’esistenza e dei suoi perché. Il torrente continuava a scorrere come scorrono gli eventi stagionali nella ciclicitá del tempo, dove tutto cambia e dove tutto ritorna, puntuale, uguale a se stesso.